Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
80 | lettere di santa caterina |
e non se n’avveggono. E allora vuole 1 il tempo, e non lo può avere, quando ha speso il tempo suo miserabimente, con avarizia 2 e cupidità e guadagni illeciti e con molta immondizia della mente e del corpo suo, contaminando il sacramento del Matrimonio; fassi Dio de’ figliuoli suoi; e, come cieco, pone la speranza dove non la dee ponere. E così va di cecità in cecità; in tanto che, se non si corregge e non punisce la colpa con la contrizione del cuore, e con la confessione e satisfazione, giusta al suo potere e la sua possibilità, 3 dico (e non la impossibilità, che non la richiede Dio), giunge all’eterna dannazione. Voglio dunque, che vi destiate del sonno prima che venga la morte; e quello desiderio 4 e lume che Dio v’ha dato, non sia tolto da voi, ma con perseveranzia lo esercitiate col tesoro delle virtù, e col lume della fede, e colla perfettissima speranza. E non pensate che la divina Providenzia vi venga meno: ma sempre vi sovverrà, sperando voi in lui in ogni vostro bisogno. Altro non vi dico.
Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Gesù dolce, Gesù amore.
- ↑ Il singolare personifica meglio e mette più in atto.
- ↑ Bello, che l’avaro si trovi prodigo del tesoro più prezioso.
- ↑ Possibilità dice i minimi termini del potere, come la stessa forma grammaticale denota. E usa tutti e due i vocaboli per far meglio risaltare quella pia e generosa pirentesi: che Dio richiede il possibile.
- ↑ Primo dono, ch’è l’istinto del bene; dono non negato anco a quelli a chi il lume della fede è negato o scarso.