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76 | lettere di santa caterina |
LXXXV. — A Pietro di Tommaso de’ Bardi da. Firenze. 1
Fede senz'opere non è lume pieno; né vale l’opera senza amore. Chi è in colpa, non smetta il bene operare; il quale sarà rimunerato dal tempo datoci farsi migliore, dall’affetto de’ buoni che interceteranno per esso, dalle prosperità temperali. Fede vera è sorella a speranza. Si eri in Dio, non prenda sollecitudini troppo terrene. Accenna alla famiglia e a’ figliuoli; della cui grandezza i gentiluomini sono ignobilmente tenaci.
(In astrazione fatta).
Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce. Carissimo fratello e figliuolo in Cristo dolce Gesù, lo Catarina, serva e schiava de’ servi di Gesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo; con desiderio di vedervi illuminato del lume della santissima fede, e vestito di perfettissima speranza. Perocché in altro modo non potreste esser piacevole al nostro Creatore, nè partecipare la vita della Grazia; perocché fede viva non è mai senza opera. Che se fede fusse senz’opera, sarebbe morta, e partorirebbe e’ figliuoli suoi delle virtù morti, e non vivi. Però che colui che è senza il lume della fede, è privato della virtù della carità; e senza la carità nenuo bene che 2 faccia, o atto di virtù, 3 gli vale e vita eterna; benché neuno bene si debba lassare, che non si faccia, però che ogni bene é remunerato, e ogni colpa è punita. Poniamochè quello bene che è fatto in colpa di peccato mortale (che è privato allora del lume della santissima fede), non gli vale quanto a vita eterna: ma valgli 4 a molte altre cose,
- ↑ Famiglia fiorentina de' Grandi. Nel 1343 rabbassata dal popolo. Piero fu nel 1395 de’ dieci di Balìa.
- ↑ Crederei avessi a scrivere ch’è; giacché innanzi al verbo il toscano ama questo pronome.
- ↑ L’atto comprende anche il pensiero; il bene, nell’uso, riguarda l’opera esteriore.
- ↑ Dante: «Dichiareranlti ancor te cose vere» lo scrivono dichiarerà, come qui la stampa diceva vagli: ma la consonante, pronunziando, è smorzata, non spenta.