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lettere di santa caterina |
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dienzia. La quale disobedienzia dà frutto di morte, ed è uno vento traverso, che fende la navicella, percuotendola nelli scogli detti: onde l’anima affoga nel mare con molta amaritudine, per la privazione della Grazia, trovandosi nella colpa del peccato mortale. Egli è fatto incomportabile a sè medesimo; privato della carità fraterna: egli trapassa il voto promesso, e non l’osserva. 1 Non osserva l’obedienzia, e non osserva 2 la continenzia: perocché impossibile gli sarebbe al disobediente essere continente; e se fusse attualmente, non sarebbe mentalmente. E non osserva il voto della povertà volontaria; perocché quegli che é nel proprio amore, appetisce i diletti del mondo, e viengli a tedio l’orazione e la cella, dilettandosi della conversazione. Oh quanta miseria n’esce! 3 Egli è fatto perditore del tempo; egli volle il capo indietro a mirare l’aratro, e non persevera: egli è fatto debile, perocché ogni piccola cosa il dà a terra: egli si priva d’ogni virtù: e sempre, come superbo; vuole investigare la volontà d’altrui, e massimamente quella del suo prelato. La lingua, figliuoli carissimi, non sarebbe sufficiente a narrare il male che esce della disobedienzia. Egli è impaziente, che non può sostenere una parola. Ed è attorniato da molti laccioli, e neuno ne passa: 4 ma gusta in questa vita l’arra
- ↑ Se le parole e non l’osserva non sono ripetizione di chi copiò, potrebbesi intendere, che trapassare il voto riguarda le trasgressioni attuali; non lo osservare, la violazione o almeno la noncuranza abituale.
- ↑ Intendo: giacché non osserva l’una, non osserva l’altra. Ed è sapiente sentenza. Chi non vince la propria volontà, e disordinatamente resiste alla volontà altrui, non sa vincere altre inclinazioni prave; e se non nell’effetto, nella radice ha, tra gli altri vizi, quello della incontinenza. Giacché continenza, astinenza, ritegno hanno la medesima origine.
- ↑ La stampa: n’esci.
- ↑ Non gli vola sopra, ma ci cade.