Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
70 | lettere di santa caterina |
in quelle cogitazioni, cioè che vi consentisse. Chi è colui che campa e non percuote in questo scoglio? Solo l’obediente, perocché egli è umile; e l’umile passa e rompe tutti i laccioli del dimonio. Sicché vedete che all’obediente non bisogna di temere di timore servile per alcuna cogitazione o molestia del dimonio. Tenga pur ferma la volontà, che non consenta, annegandola nel sangue di Cristo crocifisso, e legandola, col lume della vera obedienzia, per amore e reverenzia del Verbo Unigenito Figliuolo di Dio.
E trovasi ancora lo scoglio della fragile e miserabile carne che vuole impugnare contra allo Spirito; la quale è vestita d’amore sensitivo, il quale amore sarebbe offendere, perocché la carne ha sempre in sé ribellione, e alcuna volta si corrompe. Ma non sarebbe offesa, se non inquanto la volontà legata 1 col proprio amore sensitivo, consentisse alla fragile carne, e dilettasi 2 nel suo corrompere. Ma se la volontà è morta nell’amore sensitivo e nel proprio diletto, e legata nella obedienzia, come detto è; con tutte le sue ribellioni non gli può nuocere, né impedire la navicella; anco, è uno agumentare e dare vigore al vento, che più velocemente corra verso il termine suo. Perocché l’anima che si sente impugnare, si leva talora dal sonno della negligenzia con odio e cognoscimento di sé e con vera umilità. Che se così non fusse, dormirebbe nella negligenzia con molta ignoranzia e presunzione; la quale presunzione notricherebbe la suberbia: e presumendo
di sé medesimo alcuna cosa. 3 Onde per le im-