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lettere di santa caterina 69

bilità di non potere perseverare in quello che è cominciati», nè portare le fadighe dell’ordine; e la paglia gli fa parere una trave; e una parola che gli sia detta nel tempo delle battaglie, gli farà parere uno coltello, dicendogli: «che fai tu in tante pene? meglio t’è di tenere altra via». Ma questa è una battaglila grossa 1 a chi ha punto d’intelletto; perocché l’uomo vede bene che meglio è per l’anima sua che sia perseverante e costante nella virtù cominciata. Ma un’altra ne pone, colorata col colore dell’odio e del cognoscimento del difetto suo, e dello schietto e puro servire che gli pare che debba fare al suo Creatore, dicendo nella mente sua: «misero, tu debbi fare le tue operazioni e orazioni schiette con purità di mente e semplicità di cuore, senz’altri pensieri; e tu fai tutto il contrario: onde, perchè tu non le 2 fai come tu debbi, elle non sono piacevoli a Dio. Meglio t’è dunque di lassare stare». Questa, figliuoli carissimi, è una battaglia occulta, mostrandoci prima la verità di quello che è, e facendocela cognoscere; ma poi di dietro v’attacca la bugia, la quale germina il veleno della confusione. Onde, giunta la confusione, perde l’esercizio; e perduto l’esercizio, è atto a cadere in ogni miseria, e nell’ultimo nella disperazione. E però si fa tanto dinanzi, 3 e tanto da lunga con sottili arti, cioè per giungerlo 4 qui, non

perchè egli 5 creda che di primo colpo egli cadesse

  1. Grossolana insidia, facile a fuggire.
  2. La stampa: li.
  3. Muove dalla lontana le sue obbiezioni; si presenta in modo quasi lusinghiero: occurrit.
  4. Dante: «Giugnèmi paura».
  5. La stampa ha qui un’ella che turba il senso. Il diavolo non e femmina.