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68 | lettere di santa caterina |
il vento della ingiustizia; peroechè giustamente rende il debito, suo: onde a sè rende odio e dispiacimeuto della propria sensualità, la quale, se la ragione non tenesse il freno in mano, ricalcitrerebbe all’obedienzia; e a Dio rende gloria, e loda al nome suo, e al prossimo la benevolenzia, portando e sopportando i difetti suoi. Allora con fede viva (perchè alla Fede sono seguitate le opere) aspetta, nell’ultimo della vita sua, di tornare al fine suo nella vita durabile, siccome il prelato gli promise nella sua professione. Perchè gli promette di dargli vita eterna, se in verità osserva i tre voti principali, cioè obedienzia, continenzia e povertà volontaria; le quali cose tutte il vero obediente osserva. Questa navicella va sì diritta verso il porto di vita eterna col vento dell’obedienzia, che in veruno scnglio si percuote mai.
Molti scogli si trovano nel mare di questa tempestosa vita, ne’ quali ci peruoteremmo, se il vento prospero dell’obedienzia non ci fusse. Or che duro scoglio è quello delle impugnazioni delle dimonia, le quali non dormono mai, volendo assediare l’anima di molte varie, diverse e laide cogitazioni; e più nel tempo che l’anima si vuole stringere e serrare, con questo vento dell’obedienzia, con umile orazione (la quale orazione è uno petto dove si notricano i figliuoli delle virtù), solo per impedirla! 1 Perocché la malizia del dimonio il fa solamente per farci venire a tedio l’orazione e la santa obedienzia,
quasi volendo metterci ne’ cuori una impossi-
- ↑ Periodo avviluppato Ma non è, come pare, improprio lo stringersi e il serrarsi, accanto al traslato de la navicella. Chi andando, s’attiene a una parte, o tende verso quella, pare che voglia stringerlesi. In Virgilio, appunto di nave: «Inter navemque Gyae scopulosque sonantes Radit iter laevum interior. — Littoraque Epiri legimus».