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62 | lettere di santa caterina |
vestendo 1 Dio il suo Figliuolo della nostra Umanità, e ponondogli la grande obbedienzia, che restituisce a grazia l’umana generazione; ed egli come innamorato, corse a pagare’ il prezzo del sangue suo. Così dico dell’anima. La colpa sua non è felice, ma il frutto che riceve nell’affetto della carità, per la grande e perfetta emendazione che ha fatta col lume della fede, come detto è, e perchè cresce in cognoscimento e umiltà. Ella se ne va tutta gioiosa all’obbedienzia de’ comandamenti di Dio ricevendo con odio e amore questo giogo sopra le spalle sue; e subito corre, come innamorata, a dare la vita, se bisogna, per salute dell’anime. Perchè col lume ha veduto che l’amore e le grazie, che ha trovato in Dio, a lui non può rendere. Puogli bene rendere amore, ma debito 2 di utilità, no, per grazia che egli riceva da Dio; però che egli non ha bisogno di noi: ma ben può rendere al prossimo, facendo utilità a lui, poiché a Dio non la può fare. E veramente egli è così; che servendo al prossimo caritativamente, noi dimostriamo in lui l’amore che abbiamo alla somma Eterna verità. In questa carità si pruova se le virtù in verità sono nell’anima, o no. Sicché l’anima corre, come obediente, e ha legata la sua volontà a compire la volontà di Dio nel prossimo suo; non lassando per pena né per veruna cosa, 3 in fino alla morte.
Con questo lume gusta l’arra di vita eterna, nutricandosi per affetto d’amore al petto di Cristo