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lettere di santa caterina 59

LXXXIII. — A Conte di Conte da Firenze, 1 Spirituale.

Fede è amore, amore è Fede. La Fede s’illumina nel dolore, il qual prova l'anima, accresce, l’intendimento moltiplica i meriti. Legge consolante del progresso morale e sociale: clie dopo il fallo può crescere il merito, crescere coli’ umiltà l’amore verso Dio e verso gli uomini. Fiducia in sé speijne fede. Ogni colpa è infedeltà, e viene da presunzione. Lettera di conforto a chi era forse caduto.

Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.

Carissimo figliuolo in Cristo dolce Gesù. Io Catarina, serva e schiava de’ servi di Gesù Cristo, scrivo a te nel prezioso sangue suo; con desiderio di vedere in te il lume della santissima fede, il quale lume ci mostra la via della verità; e senz’esso neuno nostro esercizio, desiderio, operazione 2 verrebbe a frutto, né a perfezione, né a quel fine per lo quale avessimo cominciato; ma ogni cosa verrebbe imperfetta, e, lenti saremmo nella carità di Dio e del prossimo. La cagione è questa: che pare 3 che tanto sia la fede quanto l’amore, e tanto l'amore quanto la fede. Chi ama, sempre è fedele a colui cui egli ama, e fedelmente il serve infino alla morte. carissimo figliuolo, questo è quel lume che conduce l’anima a porto di salute, tràla dal

  1. Conte è nome, non titolo: e aveva il nome stesso anche il padre. Fu il figliuolo devoto a Caterina. Ed ebbe in cura la carcere delle Stinche; giacché in tempi che meno menavasi vanto di scienza penale, se non sempre più umane, erano più moralmente vegliate e meno corruttrici le carceri. A lui Giovanni delle Celle scrisse in lode di Caterina due lettere.
  2. Non solo l’esercizio delle pratiche esteriori, ma i desiderii del bene che valgono più, e le opere stesse. Pare che a esercizio corrisponda frutto, per denotare che e’ è delle pratiche sterili; a desiderio corrisponda perfezione, cioè esecuzione che lo compisca; a operazione corrisponda il conseguimento del fine. Intende che le opere buone a fine meramente umano, non raggiungono da ultimo neppur questo fine: onde i disinganni amari, e i dubbii disperati.
  3. Apparisce chiaro, non sembra in mera apparenza.