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lettere di santa caterina |
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in venie 1 o in altri esercizi che abbiano a stirpare 2 il sonno quaud’egli ha avuto il debito suo. La sonnolenzia della mente si vuole destare coll’odio e dispiacimento di se: e con una impugnazione santa salire la sedia della coscienzia vostra, riprendendo sé stessa, e dicendo: «che dormi tu, anima mia? dormi, e la divina bontà veglia sopra a te: e ’l tempo passa e non ti aspetta. Vuo’ tu esser trovata a dormire dal Giudice, quando ti richiederà che tu rendi ragione del tempo tuo, come tu l’hai speso, e come sei stata grata al benefizio del sangue suo?» Allora si desterà la mente: e poniamochè sopra di quello destare non sentisse, 3 ella s’è pure desta, e stirpa lo amore proprio dell’anima sua. E per questo modo va innanzi, e vassi 4 dalla imperfezione alla perfezione; alla quale pare che vogliate venire. Perocché l’amore non sta ozioso, ma sempre adopera grandi cose.
- ↑ Atti del chiedere venia, perdono, inchinandosi a Dio. I greci chiamano lETcivoiai e il pentimento iEtàvoiGig Un del trecento: «Orava con molte lagrime, e facea molte venie prostrandosi in terra». Vuole Caterina non già che si facciano cotesti inchini presente la gente, ma in cella, per iscuotere la sonnolenza; e perchè lì veramente gli sfoghi dell’affetto e dell’umiltà sono liberi e schietti. In senso non religioso la cronaca del Morelli: «fu in Vinegia dinanzi al Doge, con molte invenie dimandando perdono». Oggidì invenie vale cerimonie affettatamento sommesse. Così la stessa parola cerimonia, acquistò senso profano e di spregio.
- ↑ Più felice quest’imagine del sonno che si apprende all’anima e s’avviluppa
quasi pianta parassita; che in Dante il frangersi nel sonno che, prima di morire, guizza.
- ↑ Forse sbagliato. Il senso pare; quand’anco ella non avesse il pieno sentimento e uso della forza propria, non perderebbe però tutto il merito dell’aver vinto quella fiachezza ch’è nel condiscendere a se. Il sopra di quello destare, par voglia dire che la mente non si reca in tutto sopra di sé, non ha piena la coscienza riflessa. La stanchezza vince, i sensi; ma l’anima tuttavia è regina di quelli.
- ↑ Può non essere impersonale: e così in Dante: «Come l'uom che non s’affigge. Ma vassi alla via sua».