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lettere di santa caterina 51

tonio, e a misser Matteo, e all’Abbate, e a tutti gli altri.


LXXXI. — A Francesco, di Francesco di Tolomei 1 vestita dell’abito di San Domenico, inferma.

L’esorta a pazienza nelle sue infermità. Sa patire chi ama; chi pensa alla potenza e sapienza e amore di Dio; chi prega, chi attinge dalla purità la fortezza. L’anima che sta forte, e non consente in sé al male, per battaglie che di fuori sostenga, rimane pura. Rimedio agli scrupoli e alle fiacchezze di spirito.

Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.

Carissima figliuola in Cristo dolce Gesù, Io Catarina, serva e schiava di Gesù Cristo, scrivo a te nel prezioso sangue suo; con desiderio di vederti con vera e santa pazienzia, acciocché virilmente porti e la infermità e qualunque altra cosa Dio ti permettesse, siccome vera serva e sposa di Cristo crocifisso. E così debbi fare; perocché la sposa non si debbe mai scordare della volontà dello sposo suo.

Ma attendi, carissima figliuola, che a questa volontà, così accordata e sottoposta a quella di Dio non verresti mai se tu col lume della santissima fede non ragguardassi quanto tu se’ amata da lui: perocché, vedendoti amare, non potrai fare che tu non ami: amando, odierai la propria sensualità, 2

  1. Figliuola di Francesco Tolomei, e di Onorabile o Orrabile o Rabe degli Agazzari, famiglie cospicue di Siena; sorella di Giacomo Tolomei, convertito a Dio per opera di Caterina. E questa stessa Francesca con la sorella Ginoccia per le esortazioni di lei, si tolse dal mondo, si fece Domenicana; e il popolo la disse beata.
  2. Non solo i disordinati piaceri del senso, ma ogni condiscendenza al senso o nol non saper sostenere il dolore o nel non usare ragionevolmente il piacere anche lecito, ella chiama(e così dicevasi sapientemente) sensualità; che ora a talnni, sotto il nome di sensibilità, è latta pregio di natura e d’arte, coltivasi, accattasi. Possono in quel senso anco le persone devote essere sensuali.