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lettere di santa caterina 49

scere e di multiplicare l’odio dell’amore sensitivo infìno che l’ha morto. E però diventa subito paziente; e non si scandalizza in Dio, ne in sé, né nel prossimo suo; ma ha presa 1 l’arme a uccidere questo perverso sentimento, il quale conduce l’anima a tanto miserabile male, che gli tolle l’essere della grazia, e dagli la morte, tornando a non cavelle, perchè è privata di Colui che é. Tolle dunque il coltello, che è l’arme con che si difende da’ nemici suoi; e con quello uccide la propria sensualità. Il quale coltello ha due tagli, 2 cioè odio e amore, E menalo con la mano del libero arbitrio, il quale, cognosce che Dio gli ha dato per grazia, e non per debito; e con esso coltello taglia e uccide.

Or a questo modo, figliuolo, partecipiamo la virtù del sangue e il calore del fuoco: il quale sangue lava, e il fuoco consuma la ruggine della colpa, e uccide il vermine della coscienzia: non uccide propriamente la coscienzia, la quale è guardia dell’anima, ma il vermine della colpa, che v’è dentro. In altro modo né per altra via non potremo giugnere a pace e a quiete, né gustare il sangue dell’immacolato Agnello. E però vi dissi ch’io desideravo di vedervi bagnato e annegato nel sangue di Cristo crocifisso.

Dunque levatevi su e destatevi dal sonno della negligenzia, e annegate la propria perversa volontà in questo glorioso prezzo. 3 E non vi ritragga timo-

  1. Qui più bello che prende. Dice e la prontezza, e l’atto abituale: l'ha preso in men ch’io non dico, e la tiene sempre.
  2. Salmo: «Gladii ancipites».
  3. Un inno:

    «... Gloriosi
    Corporis Mysterium,
    Sanguinisque pretiosi,
    Quem in mundi pretium,
    Fruetus ventris generosi,
    Rex effudit entium.

    Lettere di S. Caterina - Voi. II. 4