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lettere di santa caterina 43

il quale è di tanta fortezza, che ne dimonio né creatura vi potrà separare se voi non vorrete. Siate obedienti infine alla morte; acciocché siate spose vere; sicché, quando lo sposo vi richiederà nell’ultima stremità della morte, voi abbiate ia lampana piena e non vota, siccome vergini savie, e non matte. Drittamente il cuore vostro debbe essere una lampana, la quale debbe essere piena d’olio, e dentrovi il lume del cognoscimento di voi e della bontà di Dio in voi; che è lume e fuoco della carità, notricato e acceso 1 nell’olio della vera e profonda umilità. Perocché chi non ha lume di cognoscimento di sé, non si può umiliare; che con la superbia mai non si umilia. Poiché la lampana é fornita, debbesi tenere in mano con una santa e vera intenzione 2 in Dio; cioè la mano del santo timore, il quale ha a regolare l’affetto e il desiderio nostro. Non dico, timore servile, ma timore santo, 3 che per veruna cosa voglia offendere la somma ed eterna bontà di Dio. Ogni creatura che ha in sé ragione, ha questa lampana; perocché il cuore dell'uomo é una lampana: onde se la mano del timore santo la tiene dritta, e ella é fornita, sta bene; ma se ella è in mano di timore servile, egli la rivolta sottosopra, perocché serve e ama d’amore proprio per proprio diletto e non per amare di Dio. Costui affoga il 4

  1. L’umiltà non solo nutrisce, ma accende ogni affetto. Fin nell’amore colpevole l’anima si sente dolcemente umiliata, e minore e necessitosa dell’oggetto amato; e in questo sentimento si esalta. L’uomo superbo, la donna vana, non ama.
  2. Ha senso qui tra d’intenso e di attento. Intenzione per attenzione a Corfù si dice.
  3. Bene comparato il timone alla mano, che tiene e porta, sospinge e ritira, innalza e abbassa, e regge e lascia cadere l’affetto, secondo ch’è timore santo o servile.
  4. La stampa affoca, che tiene di fauces.