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318 LETTEEE DI SANTA CATERINA

to in sul legno della santissima croce, leghiamogli le mani della sua giustizia. Ora è il tempo di gridare, di piagnere, di dolerci. ^ Il tempo è nostro, ^ figliuolo: perocché è perseguitata la sposa di Cristo da’ Cristiani, falsi ^ membri e putridi. Ma confortatevi: che Dio non dispregerà le lagrime, sudori e sospiri che sono gittati nel cospetto suo. L’anima mia nel dolore gode ed esulta, perocché tra le spine sente l’odiìre della rosa che é per aprire. * Dice la prima e dolce Verità che con questa persecuzione adempie la volontà sua e i desiderii nostri. Ancora, godo ed esulto del dolce frutto che s’é fatto in Cristo in terra sopra i fatti del santo passaggio;’ e ancora di quello che è fatto e fa qui ed è per fare ® per la divina grazia. Aiutatemi, Figliuolo mio. Inebriatevi nel sangue dell’Agnello.

Non voglio dire più. Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio, facendo sempre riposo ai

1 II piangere di fuori senza il dolersi dentro è di molti e piagnoni e arrabbiati.

2 Non intende volgarmente, utile e lieto; ma il tempo dell’operoso dolore è il suo tempo di lei.

3 Forse cristiani falsi, e membri putridi, o senza l’e. Accenna alle discodie religiose e civili.

  • CMabrera: «Z,a rosa.... Apre al mattin, novella t.. Il Burlamacchi

intende semplicemente il ritorno del papa a Roma: Caterina assai più. Che s’è q^uesto solo, vistolo ritornare, non avrebbe chiesto né sospirato altra cosa.

5 Rammenta il Bnrlamacchi che nella prima crociata mille o forse dumila senesi, capitanati da un loro gentiluomo, seguirono Boemondo; nell’anno 1146 cinquecento con Corrado: nel 1187 altri cinquecento nobili all’impresa di Federico primo; il 1217, invitandoli con un breve Onorio III, novecento comandati da un Bandinelli. Onde questa in Siena era tradizione continuata da Pio II, il quale nell’accingersi al passaggio morì.

^ Chiamata a Pisa da persone pie, e ritenutavi più a lungo dall’Arcivescovo, attrasse a sé la venerazione affettuosa d’anime d’ogni condizione; e rattenne la repubblica, che, collegandosi a Firenze, non aggravasse le discordie sterili e ree.