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lettere di santa caterina 313

lasciate venire. Altro non dico. Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio.

Fatta in Pisa il secondo dì di settembre.

Dopo le predette cose, vi raccomando il portatore di questa lettera, il quale è buono e dritto uomo, e vive secondo Dio; ed è fratello della mia cognata secondo la carne, ma sorella secondo Cristo;1 che se gli bisognasse il vostro aiuto, che voi glielo diate per amore di Cristo crocifisso, Gesù dolce, Gesù amore.



CXXXVI. — Ad Angelo da Ricasoli.

Non dorma, Monsignore, ma si sacrifichi per la carità. Scusa frate Raimondo che non abbia obbedito al vescovo. La Crociata.

Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.

A voi, carissimo padre in Cristo dolce Gesù, io Catarina, serva e schiava de’ servi di Gesù Cristo crocifisso, scrivo e racco mandovi nel prezioso sangue suo; con desiderio di vedervi confitto e chiavellato per santo desiderio in sul legno della santissima e venerabile croce; dove noi troveremo l'Agnello immacolato, arrostito2 al fuoco della divina carità. In su questo arbore troviamo la fonte

  1. Lisa de’ Colombini, moglie a Bartolo, un de’ fratelli di Caterina.
  2. Questa dell’Agnello rammenta un’imagine, che ai moderni avrebbe a parere più strana, in Dante, che, dopo dipinto le capre ruminando manse.... State poterve, prima che sia pranse, soggiunge: io come capra. E il pranzo delle capre rammenta quell’altro de’ principi gloriosi, i quali Laudano il cibo che lassù, si prande.