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308 | lettere di santa caterina |
non si dissolvono a questo caldo? Certo io non mi maraviglio se i Santi non erano accecati in amore proprio di loro, ma in tutto erano annegati1 in cognoscere la bontà di Dio ed il fuoco della sua ardentissima carità. Correvano, con la memoria del sangue, a spandere il sangue. Quando ragguardo lo smisurato fuoco di Lorenzo, che stando in su la graticola del fuoco, stava immoto2 col tiranno..... Doh! Lorenzo, non ti basta il fuoco? — Risponderebbeci: «No». Perocchè è tanto l'ardentissimo amore che è dentro, che spegne il fuoco di fuore.
Adunque, carissimi figliuoli in Cristo dolce Gesù, gli affetti e desiderii vostri non siano morti di qui all’ultimo della vita nostra:3 non dormite: destatevi. E non ci veggo altro rimedio a destarci, se non uno continuo odio: dall’odio nasce la fame della giustizia, in tanto che vorrebbe che li animali ne facessero vendetta. Come giunto è alla vendetta di sé, purgasi l’anima in questo dolce fuoco; dove troverete formata4 in voi la bontà di Dio.
Per lo quale cognoscimento della somma bontà, quando l’anima si trova annegata in tanto abisso d’amore, quanto vede che Dio ha in lei; dilargasi5 il cuore e l’affetto; onde l’occhio del cognoscimento apre6 a intendere, la memoria a ritenere,
- ↑ Apparisce di qui come annegato nel suo intendimento corrisponda a immerso, a assorto; che dicesi tuttavia di pensiero, d’affetto, di cure e d’occupazioni.
- ↑ La stampa: immotto. Forse manca una parola che leghi col tiranno. Poi interrompe, per interrogare lui stesso. Doh, più forte che deh: significa meraviglia.
- ↑ Vivano al bene, e si facciano sempre più vivaci a far vitale la morte.
- ↑ Compiuta e vivente, e forma dell’anima vostra.
- ↑ La stampa: di largarsi.
- ↑ Per si apre, l’ha anco il Chiabrera.