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lettere di santa caterina 307

CXXXIV. — A Bartolomeo e Jacomo, eremiti in Campo Santo in Pisa. 1

Scritta forse allorché trattavasi della Crociata. E parlando a chi stava nel Campo Santo di Pisa, nomina più volte la terra. Raccomanda sacrifizi d’amore. Amore apre la memoria, e l’ingegno trova nel cuore di Dio. Dio ama d’amore uguale gli uomini tutti: nuova ragione sublime di civile uguaglianza. Similitudine dell’aquila in nuovo aspetto.

Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.

Dilettissimi e carissimi figliuoli miei in Cristo dolce Gesù. Io Catarina, serva e schiava de’ servi di Gesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo; con desiderio di vedervi svenare, e aprire il nostro corpo per lo dolce nome di Gesù. Oh quanto sarà beata l’anima nostra se riceveremo tanta misericordia, che noi diamo quello per lui che esso diè per noi con tanto fuoco d’amore e di carità! Oh fuoco che ardi e non consumi, e consumi ciò che è nell’anima fuore della volontà di Dio! Questo fu quello caldo vero che cosse2 l’Agnello immacolato in sul legno della santissima croce. Oh cuori indurati e villani, come si possono tenere che

  1. Nell’edifizio, uno de’ più maravigliosi del mondo, il cui suolo è la terra portata di Palestina, e forse impressa un giorno dal piede del Re mansueto, non si sa che romiti abitassero. Ma giova pensare che come a Betlemme e negli altri luoghi santi, trovando le memorie dell’Oriente nel bel mezzo d’Italia, uomini pii scegliessero quel luogo a nido di meditazione e patria dell’anima. Il Burlamacchi domanda se qui non s’intenda di san Giovanni al Gaetano fuori di Pisa, ove stette del tempo come in deposito la terra sacra, e dove abitavano Camaldolesi. Ma non lo direbbe, cred’io, Campo santo. E quell’altra memoria mi piace più.
  2. Virgilio: «Glebasque jacentes Pulverulenta coquat maturis solibus cestas». Onde delle cose divine, in Dante, l’Apostolo:

    «Drizza la testa, e fa che t’assicuri
    Che tutto quel che vien dal mortai mondo,
    Convien che a’ nostri raggi si maturi».

    Poi segue che i monti (cioè gli apostoli) gl’incurvarono gli occhi (glieli fecero abbassare) col proprio pondo (col grande splendore): imagine più strana che questa di Caterina; perché più ricercata men propria.