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304 lettere di santa caterina

za,1 e l’amore il costringe ad amarlo e servirlo. Onde costai si può dire che sia vero figliuolo. Adunque dico che l'amore nostio verso il Padre celestiale, è, che tu non ami per rispetto di neuna utilità che tu tragga da lui, né per paura di pena che ti facesse portare: ma solamente perché egli è sommo e giusto e eternai mente buono, per sua infinita bontà, e degno d’essere amato; e neuna altra cosa è degna d’essere amata fuore di Dio; ma in lui e per lui amare e servire ogni creatura.

Or questo è amore di padre.2 E come3 timore dritto ha a mondare e’ vasi, così questo amore ha a empire il vasello dell’anima delle virtù, e trarne fuore ogni grandezza e pompa di vanagloria, ogni impazienzia e ingiustizia e vanità e miseria del mondo; trarne il ricordamento delle ingiurie ricevute: e solo ci rimane il ricordamento de’ benefizii di Dio e della sua bontà, con vera e perfetta umiltà; e con pazienzia a sostenere ogni pena per lo dolce Gesù, con una giustizia santa che giustamente renderà il debito suo a ognuno.

E attendetete che in due modi avete a fare giustizia. Cioè, prima, di voi medesima, sicché giustamente rendiate la gloria e l’onore a Dio, ricognoscendo da lui e per lui avere ogni grazia: e a voi rendete quello ch’é vostro, cioè il peccato e la miseria, con vera considerazione e dispiacimento del peccato. Perocché il peccato tenne confitto e chiavellato il figliuolo di Dio in su ’l legno della

  1. Sentendosi il figliuolo per l’origine quasi uno col padre, la coscienza di sé gli dà forte il sentimento dell’affetto ch’e’ deve a chi lo procreò con amore.
  2. Di figlio a padre. Così, amore di patria, alla patria.
  3. Può stare anche senza l’il, come in Dante: «Fuggami errore, è giugnemi paura» ma credo che qui ell’abbia dettato l’articolo.