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298 lettere di santa caterina

invitare;1 però che alle nozze non si vuole andar solo. E non potete poi tornare addietro.2 Non vi dico altro.

Ringraziovi con affettuoso amore della carità che avete mostrata, secondochè per la lettera e per lo Maestro3 ho inteso. Non sono sufficiente a remunerare l'affetto vostro: ma prego e pregherò continuamente la somma eterna Bontà che vi rimuneri di sé.4 Raccomandatemi e benedicetemi cento migliaia di volte in Cristo Gesù. Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Gesù dolce, Gesù amore.

CXXXII. — A Monna Giovanna5 e altre figliole in Siena.

Dio non chiede orazioni di molte parole, ma d’opere in carità. Preghisi per gli offensori come per amici che ci danno guadagno. Vincendo le voglie smodate che son freni importuni, l’anima corre nel bene libera. La crociata. La regina di Cipro.

Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.

Dilettissime e carissime figliuole in Cristo dolce Gesù. Io Catarina, serva e schiava de’ servi di

Gesù Cristo, e madre vostra in Cristo, scrivo a voi

  1. Non correggo invitate, perché lo scorcio è più bello.
  2. Pare intenda che la compagnia gli darà insieme animo e gli crescerà l’obbligazione; giacché scuorarsi dopo incuorati gli altri, è maggiore vergogna. Pare che indovinasse la poco soda tempera dei Soderini. E quel lungo allegoreggiare sulla mercanzia, scrivendo a uomo fiorentino, non pare a caso.
  3. Forse Raimondo. Il Burlamacchi intravvede qui un aiuto prestato dal Soderini al fratello di Caterina. Non ce n’essendo alcun cenno chiaro, né indizio altronde, io non lo crederei col dotto uomo per due ragioni: che l’animo nobile di tal donna si sarebbe compiaciuto di esprimer» la sua gratitudine con pili schiette parole; e che ella avrebbe nella lettera tenuto altro linguaggio.
  4. Dante: <Illustrami di te».
  5. Di Lapo.