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lettere di santa caterina 297

né cerca se per sé, ma sé per Dio, e ’l prossimo per Dio. E brevemente, ogni sua operazione è drizzata in lui non per propria utilità, ma per onore del Padre, quando ritorna alla casa sua.1

Orsù dunque non dormiamo più nel letto della negligenzia, però che egli è tempo da investire questo tesoro in una dolce mercanzia: e sapete in quale? In pagare2 la vita per lo Dio nostro, dove si terminano tutte le iniquità nostre. Questo dico per l'odore del fiore che si comincia ad aprire, per lo santo passaggio, per lo quale ora il Padre santo e il nostro Cristo in terra ha commesso che si cerchi per voler sapere la santa disposizione e volontà dei Cristiani, cioè se vorranno dare la vita per acquistare la Terra santa; e dicendo che se troverà le volontà disposte, che ogni aiuto darà, e con sollecitudine userà la potenzia sua.3 Così dice la bolla che egli ha mandata al provinciale nostro e al ministro de’ frati Minori e a frate Raimondo; e mandollo, comandando che fussero sollecitati a invistigare le buone volontadi per tutta Toscana e in ogni altro terreno: e vuogli4 per scritto, per vedere il loro desiderio, e quanti sono; per dare poi ordine, e mandare in effetto. Adunque io v’invito alle nozze della vita durabile, e che v’accendiate per desiderio a pagare sangue per sangue; e quanti ne potete,

  1. Se non è errato, può voler dire che l’anima giusta, rivolgendosi a Dio, ritorna alla casa del Padre e sua.
  2. Pagare questo debito. Onde il modo pagare il debito alla natura, morire. Ma qui il debito è alla grazia, e diventa acquisto d’inestimabile grazia.
  3. Del Breve in cui Gregorio XI ai Provinciali de’ Frati Minori e dei Frati Predicatori e a Frate Raimondo mandò che sentissero delle disposizioni degli Italiani al passaggio, toccasi nella prima delle lettere di Caterina a Giovanna di Napoli. E forse allora con lettera di lei andò al Capitano delle masnade inglesi il medesimo Raimondo.
  4. Li vuole: i nomi, o il numero.