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296 LETTERE DI SANTA CATERINA

mondo, ma dentro v’è il tesoro della Grazia. Ben pare piccolo al mondo a eleggere strazi, scherni, ingiurie e rimproveri, a eleggere volontaria povertà; la quale caccia a terra l’umana superbia e grandezza e stato del mondo; la quale ^ si mostra tanto alta e diventa umile abbassandosi per virtù. E non vuole tenere altre vestigia che del padrone suo; che gli ha commesso il tesoro della libera volontà; con la quale egli può guadagnare e perdere secondo che vuole e secondo la mercanzia che compra.

Oh dolce e santo tesoro delle virtù, che in ogni luogo andate sicure, in mare e in terra, e in mezzo de’ nemici di neuna cosa temete, però che in voi è nascoso Iddio, che è eterna sicurtà! Non gli è tolta dagli uomini né dall’ingiuria^ la perfetta pazienzia; perocché non si trova nel mondo chi voglia ingiurie; e la pazienzia egli ^ prova per mezzo dalla ingiuria e delle fadighe. Così l'ardentissima e amorosa carità: perocché sempre, per contrario, si cerca l'amore proprio di sé medesimo; ma il cuore dilargato e abbattuto * alla ricchezza della carità, vuole gaudio e letizia e ogni sicurtà. ^ E non ragguarda

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  1. Avrebb’a essere guasto. Può inteodersi a qualche modo, che la superba grandezza si mostra alta in apparenza, ma si umilia per essere veramente grande.
  2. L’ingiuria o ingiustizia che viene dagli uomini, è uno degli stimoli che ci fanno impazientire, ma gli uomini possono in altre maniere, e forse con le lusinghe e le carezze importune e col sacco dato al tesoro del nostro tempo, assaltare la pazienza nostra.
  3. La stampa: gli. Dimostra che la virtù è dono divino, e prova insieme, della grandezza dell’umana libertà, da questo ch’essa ci aiuta a vincere le inclinazioni della natura inferma. Una di queste, che molte altre ha e porta seco (e forse tutte) è l’impazienza; alla quale l’uomo, abbandonato a sé, è sì proclive, che ne fa vanto e virtù.
  4. Errato; se non s’intenda che si sia per sua ventura abbattuto a trovare questa ricchezza, che non gli viene da merito proprio.
  5. In antico valeva ardimento.