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294 lettere di santa caterina

CXXXI. — A Niccolò Soderini in Firenze.1

Dio Signore e Padre. Noi, ricchi o no, servi e figli. Egli ci dà il tesoro del tempo e della libertà, da arricchire. Le virtù, nostra dovizia,.sono insieme suo dono; vincono insieme e coronano la nostra natura. Accenno alla guerra crociata. Ringraziamento.

Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.

Reverendissimo e dilettissimo fratello in Cristo Gesù. Io Catarina, serva e schiava de’ servi di Gesù Cristo, vi conforto e benedico nel prezioso sangue suo; con desiderio di vedervi vero figliuolo e servo di Gesù Cristo crocifisso, voi e tutta la famiglia vostra, sì come servo ricomprato dal Figliuolo di Dio: ragguardando sempre come il servo che sta dinanzi al suo signore, che sempre teme di non offendere e di non dispiacere a lui,2 Così voglio che sempre facciate voi; e che vediate che ’l Signore3 a cui siamo obbligati di servire, l’occhio suo è sempre sopra di noi; onde dobbiamo sempre temere di non offedere a sì dolce e caro signore. Questo è quel santo timore che entra come servo nell’anima, e traene ogni vizio e peccato, e operazione che fosse contra alla volontà del Signore suo.

Desidero anco che siate figliuolo del Padre vostro celestiale, il quale v’ha creato alla immagine e similitudine sua; e ha fatto a voi e ad ogni creatura come fa il padre che mette alcun tesoro in mano del figliuolo suo, e per farlo grande e arricchito, il manda fuora della città sua. Così fa questo dolce padre: perocché, avendo creata l’anima, egli

  1. Devoto a Caterina, e che in sua casa l’ebbe ospite.
  2. Non solo d’offenderlo con fallo volontario, ma pur dispiacergli. Salmo: «Ecce sieut oeuli servorum in manibus dominorum suorum, sicut oculi ancillce in manibus dominae suae, ita oculi nostri ad Dominum Deum nostrum, donec misereatur nostri».
  3. La stampa: sangue.