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lettere di santa caterina | 289 |
vostra, singolarmente sono il dì d’oggi. In questa pasqua ve ne sete potuto" avvedere: e ogni dì è questa pasqua. Onde non potete stare senza me, che continuamente per santo desiderio non sia dinanzi da voi.
Dell’andare a Roma, credo che Dio per sua grazia vi ci manderà, perocché veggo la volontà di Frate Tomaso inchinata a ciò. Il nostro Cristo in terra ne viene tosto, secondo ch’io intendo. ^ Per la qual cosa io vi prego e costringo che ne veniate il più tosto che potete.
Mandastemi a dire che era morto misser Niccolaio’ e monna Lippa. Honne avuta grande letizia, pensando che ogni cosa è fatta con providenzia di Dio. Sappiate se mouna Lippa avesse lassato per testamento cavelle. E se ne poteste avere cavalle per Santa Agnesa, impegnatevene; perocché hanno grande bisogno.
Ho scritto a monna Pilla, ^ e a Maddalena. Il Vescovo ^ non mi risponde mai. E. però vi prego che v’andiate, e costringiate di fare quello che io gli scrissi: e dia a voi quella quantità che può, sforzando il potere: perocché è di grandissima necessità. E così dite a Niccolò Sederini. Il più tosto che potete, recate ciò che vi danno. Dite ad Elisabetta ed a Cristofana e a tutte l’altre, che si confortino in Cristo Gesù cento migliaia di volte, e che corrano virilmente dietro allo sposo dolce. Cristo
1 Fin dal 74 prometteva Gregorio di lasciare Avignone. Questa lettera avrebbe a essere del principio dell’anno seguente.
2 Forse il Buonconti nobile pisano, padre dei quattro discepoli a Caterina.
" Forse scorcio di Sobilia, e questo da Sibilla. Pisa ha la Santa Sobilla Palmieri.
Il vescovo di Firenze poteva risponderle; ma non sapendo coli’ opera, non osava in parole. Lettere di S. Caterina - Voi. II. 19