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lettere di santa caterina 23

di Cristo crocifisso. E acciocché siate fatte una cosa con lui, non schifate fadiga, ma dilettatevi in esse fadighe; perocché la fadiga è poca, e il frutto grande. Non dico più a questo.

Parmi che la vostra carissima madre e mia, monna Nera 1 sia posta alla mensa della vita durabile, dove si gusta il cibo della vita, e ha trovato l'Agnello immacolato per frutto. 2 Che, come di sopra dissi ch’egli era mensa e cibo e servitore, così dico che ella, come vera sposa di Cristo crocifìsso, ha trovato il Padre eterno, che gli é mensa e letto, perocché nel Padre Eterno trova a pieno tutta la sua necessità. In ciò, 3 carissime, che l’uomo s’affadiga, o partesi dall’uno luogo all’altro, si è per dare il cibo, e ’l vestimento alla creatura, e luogo di riposo. Dico dunque che ella ha trovata la somma ed eterna bontà di Dio eterno, d’onde non bisogna che l’anima si parta per verune di queste cose, 4 e andare in diversi luoghi; perocché quello è luogo fermo e stabile, dove "si trova il letto, per riposo, della somma ed eterna deità. Il Padre è mensa, il Figliuolo è cibo: che per mezzo del Verbo incarnato del Figliuolo di Dio giungiamo tutti, se vogliamo, a porto di salute. Lo Spirito Santo la serve. Perocché per amore il Padre ci donò questo cibo del suo Figliuolo, e per amore il Figliuolo ci donò la vita, e a sé die la morte; sicché con la

  1. Femminino dello scorcio di Ranieri o Rainerio. Tutto quello che segue è a sole le monache di San Gaggio.
  2. Di sue fatiche: o piuttosto, come altrove, frutto dell’albero della croce Parrebbe più chiaro senza l’in ciò; ma il valore del modo antico è questo: l’affaticarsi dell’uomo è per.... Di questo, che egli si affatica, è cagione... In questo c’è il fine... — Il presente periodo è una digressioncella, che subito però la riconduce al soggetto, e si fa conferma di quello.
  3. A sé, o a’ suoi cari.
  4. Terrene.