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284 lettere di santa caterina

stante, e perseverante sia nella battaglia infino alla morte,1 e senza alcuno timore. E convienti anco avere il coltello2 in mano, con che tu ti difenda; e sia di due tagli, cioè d’odio e d’amore; amore della virtù e odio del vizio. E con questo percuoterai il mondo, odiando gli stati, delizie, pompe e vanità sue, e la infinita3 superbia. E percuoterai e’ persecutori con la vera pazienzia4 che tu acquisterai dell’5 amore della virtù. Percuoterai il dimonio; però che la carità è sola quella, che il percuote; e fugge da quell’anima come la mosca dalla pignatta6 che bolle. E percuoterai la sensualità e fragilità tua coll’ odio, il quale odio traesti dal santo 7 cognoscimento di te, e con lo ancore del tuo creatore, il quale amore acquistasti per lo cognoscimento di Dio in te, e per questo amore entrasi nella battaglia.

E debbiti ponere dinanzi all’occhio dell’intelletto tuo Cristo crocifisso, gloriandoti negli obbrobri e nelle fadighe sue. In lui vedrai la gloria che ti è apparecchiata e a chiunque il servirà; nella

  1. Dante:

    «Quella virtù che mi seguette
    lnfin la palma, e all’uscir del campo...»

  2. Sul primo accenna al coltello; ma poi l’attrae a sé l’imagine della carità, arme di difesa, e della veste tinta nel sangue. Bellezza.
  3. Ha qui propriamente il gemino senso di sterminata e di indeterminata; giacché ne’ beni minori, divisi dal massimo, l’ideale dipartesi dal reale.
  4. La guerra del giusto è sempre a pura difesa; ma chi odia il bene, vuol vedere in quella difesa un’offesa. La pazienza costante de’ buoni muove a stizza i cattivi, che la gridano ostinatezza provocatrice e qaasi beffarda: essi più intolleranti di tutti.
  5. Non correggo dal. Così gli antichi spesso.
  6. Proverbio Toscano:A pignatta che bolle le mosche non ci si avvicinano. Dell’uomo irato. Ma Caterina al solito appropria a sé e innova le imagini e le locuzioni. E l’importuna avidità della mosca ben s’addice al tentatore, diavolo sia o uomo. Il fervore dell’anima e dell’ingegno e della vita, allontana in vero gl’insidiatori del tempo e della quiete nostra.
  7. Non ogni studio di sé medesimo é a bene.