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278 | lettere di santa caterina |
egli era venuto per lo peccato a dimostrare che ci conviene tenere con quest’asina della nostra umanità1 quello modo che tenne egli, cioè cavalcarla e signoreggiarla. E drittamente e senza veruna differenzia, non ci ha tra noi e la bestia cavelle; perocché la ragione per lo peccato diventa animale. Verità antica,2 che ci hai insegnato il modo! Io voglio che tu sagli sopra quest’asina, e possegga te medesimo umile e mansueto. Ma con che piei vi saliamo, dolcissimo Amore? con l’odio della negligenzia,3 e con amore della virtù.
Or non diciamo più, perocché troppe cose averemmo a dire. Non posso più. Ma facciamo così, figliuoli e fratelli miei. Il canale è aperto e versa, onde noi avendo bisogno di fornire la navicella dell’anima nostra, andiamo a fornirla ine a quello dolcissimo canale, cioè il cuore e l’anima e ’l corpo di Gesù Cristo. Ine troveremo versare4 con tanto affetto, che agevolmente potremo empire l’anime nostre. E però vi dico: non indugiate a mettere l'occhio nella finestra.5 Che vi dico che quella somma Bontà ci ha apparecchiati i modi e li tempi da fare i grandi fatti per lui. E però vi dissi che voi fuste solleciti di crescere il santo desiderio. E non state contenti alle piccole cose, perocché egli le vuole grandi.
- ↑ L’umanità asina, è (a chi ha letto il Buffon, e conosce i buffoni e i muli e le altre bestie uomini) lode grande.
- ↑ Antiquus dierum.
- ↑ Nella negligenza comprende ogni male; perché questa con l’origine della stessa parola, dice essere il contrario dell’amore e della sollecitudine; e perché dalla disattenzione al bene incominciano gli errori.
- ↑ Assoluto. Dante: «una fonte che bolle e riversa Per un fossato».
- ↑ Cantica: «Respieciens per fenestras, prospiciens per cancellos». D’apertura qualsiasi, Dante: «Fanno dolore, e al dolor finestra». E l’Ariosto.