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212 | lettere di santa caterina |
quistare questa reina; e poiché l’aviamo, volere sostenere ogni pena da Qualunque lato elle ci vengano, infino alla morte, per poterla conservare e crescere nel giardino dell’anima nostra. Altro modo ne altra via non ci veggo. E però ti dissi che io desideravo di vederti fondata in vera e perfetta carità. Pregoti per l’amore di Cristo crocifìsso che ti studii, quanto tu puoi, di fare questo fondamento; e non ti bisognerà di temere di questo timore servile; né avere paura de’ venti contrarii delle molestie del dimonio e delle creature, le quali sono tutti venti contrarli che vogliono impedire la nostra salute. Ma perché l’arbore posto nella valle non pota1 essere offeso da’ venti,2 sia umile e mansueta di cuore. Altro non ti dico. Permani nella santa e dolce dilezione di Dio. Gesù dolce, Gesù amore.
CXIV. — Ad Agnolino di Giovanni d’Agnolino de’ Salimbeni da Siena.3
Lo conforta a resistere alle dicerie de’ suoi sudditi, a fui non piaceva che si facesse monaca la sorella di lui. Al grande signore volge parole imperiose, guerriere al guerriero. Chiama sé stessa e lui Cavaliere, il bene battaglia, l’anima città da difendere, la coscienza cane di guardia da pascersi d’amore e di sangue; l’amore del bene e l’odio del male, arme con la quale combattere.
Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce. Carissimo figliuolo in Cristo dolce Gesù . lo Catarina,
serva e schiava de’ servi di Gesù Cristo,
- ↑ Forse possa. Sia per sii.
- ↑ L’affetto e la fantasia la trasportano d’una in altra imagine: ma poi a un tratto da sé si ravvia con mirabile forza e agilità di ragione e di stile.
- ↑ Capo della famiglia. Andò nel 1375 a Firenze, giacché quella Repubblica era eletta arbitra delle differenze tra la repubblica senese e la famiglia Salimbeni. Poi fece per la patria, con valore e con senno, parecchie imprese di guerra.