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lettere di santa caterina 209

umiltà si reputa degna della guerra, e indegna del frutto, cioè che si reputa degna della pena che le pare ricevere nel tempo delle grandi battaglie. E ponsi sempre per obietto Cristo crocifisso, dilettandosi di stare in croce con lui: e col pensiero caccia il pensiero. Or questo è il dolce luogo dove sta la terra della vera umiltà.

Poiché la cima, cioè l’affetto dell’anima che va dietro all’intelletto, come detto è, ha cognosciuto l’obietto di Cristo crocifisso, l’abisso del fuoco della sua carità, il quale cognobbe in questo Verbo (perocché per questo mezzo ci è manifestato l’amore che Dio ci ha); e questo Verbo cognobbe nel cognosci mento di sé, quando cognobbe sé creatura ragionevole creata alla immagine e similitudine di Dio, e recreata nel sangue dell'unigenito suo Figliuolo; allora l’affetto sta unito coli’ affetto di Cristo crocifisso; e coll’amore trae a sé l’amore; cioè coll’amore ordinato, che leva sopra il sentimento sensitivo, trae a sé l'amore affocato di Cristo crocifisso. Perocché il cuore nostro, quando è innamorato d’un amore divino, fa come la spugna, che trae a sé l’acqua. Perché la spugna se non fusse messa nell’acqua, non la trarrebbe a sé, non ostante che la spugna sia disposta dalla parte sua. E così ti dico che se la disposizione del cuore nostro, il quale è disposto e atto1 ad amare, se il lume della ragione e la mano del libero arbitrio no ’l leva e congiunge nel fuoco della divina carità; non s’empie mai della grazia di Dio: ma se s’unisce, sempre s’empie. E però ti dissi che dall’amore e coli’ amore si trae l’amore.

Poi che ’l vasello del cuore è pieno, e egli inac-

  1. Attitudine è disposizione più diretta e più accomodata. Lettere di S.Caterina - Vol. II.