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206 lettere di santa caterina

arbitrio. E se questo lavoratore l’anima non l’avesse, non sarebbe libera; non essendo libera, averebbe scusa del peccato: la quale non può avere; perocché neuno è, né il inondo né il dimonio né la fragile carne, che costrignerla possa a colpa alcuna, se ella non vuole. Perocché questo arbore ha in sé la ragione, se il libero arbitrio la vuole usare; e ha l'occhio dello intelletto, che cognosce e vede la verità, se la nebbia dell’amor proprio non gliel’offusca. E con questo lume vede dove debba esser piantato l’arbore; perocché, se noi vedesse e non avesse questa dolce potenzia1 dell’intelletto, il lavoratore averebbe scusa, e potrebbe dire: «Io ero libero; ma io non vedevo in che io potevo piantare l’arbore mio, in alto o in basso». Ma questo non può dire; però che ha lo intelletto che vede, e la ragione, la quale è uno legame di ragionevole amore,2 con che può legarlo e innestarlo nell’arbore della vita Cristo dolce Gesù. Debbe dunque piantare l’albore suo, poi che l'occhio dell’intelletto ha veduto il luogo, e in che terra egli debba stare a volere producere frutto di vita. Carissima figliuola, se ’l lavoratore del libero arbitrio allora il pianta là dove debba essere piantato, cioè nella terra della vera umiltà (perocché noi dee ponere in sul monte della superbia, ma nella valle della umiltà); allora produce fiori odoriferi di virtù, e singolarmente produrrà quello sommo fiore della gloria e loda al nome di Dio: e tutte le

  1. La stampa: pazienza.
  2. Non paia strano che la ragione sia dotta legame d’amore. Intendesi che questa facoltà essendo la comparazione e la deduzione delle verità conosciute dall’intelletto non si può esercitare senza l’attenzione, la quale è già un esercizio del volere; né l’attenzione può essere perseverante senza l'affetto il quale la regga.