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lettere di santa caterina 205

ma1 che l'affetto il movesse, come detto è, le dà morte, commettendo la colpa, e tollere la vita della Grazia; perocché neuna cosa si può amare né vedere, fuore di Dio, che non ci dia morte; e però quello che s’ama, si dee amare in lui e per lui, cioè ricognoscere sé 2 e ogni cosa dalla sua bontà. Sicché vedi, che questi ama e vede; perocché senza amare e senza vedere non si può vivere. Ma è differente l'amore degli uomini del mondo, il quale dà morte, dall’amore del servo di Dio, che dà vita: perocché l’amore che s’acquista dal sommo ed eterno Amore, dà vita di Grazia. Poi, dunque, ch’è3 il lume che ha l’occhio dell’intelletto, debbelo aprire col lume della santissima fede, e ponersi per obietto l'amore inestimabile che Dio ci ha mostrato. Allora l'affetto, vedendosi amare, non potrà fare che non arai quello che lo intelletto vide e cognobbe in verità.

O carissima figliuola, e non vedi tu che noi siamo un arbore d’amore, perché siamo fatti per amore? Ed è sì ben fatto questo arbore, che non è alcuno che ’l possa impedire che non cresca, non tollergli il frutto suo, se egli non vuole. E bagli dato Dio a questo arbore uno lavoratore, che l’abbia a lavorare, però che gli piace;4 e questo lavoratore è il libero

  1. Il prima, è frapposto alla, particelle poniamochè, come il dunque altrove al poiché. Dice che l’affetto non si muove se non verso il Bene conosciuto dall’intelletto, ma ohe e’ è un moto d’affetto anteriore, il quale indirizza l'intelletto ad attendere per conoscere il bene desiderabile.
  2. Dante: «Furon modesti (gli angeli buoni) A riconoscer sé della Bontate Che gli avea fatti a tanto intender presti.
  3. La stampa ha qui congiunzione per verbo: ma, anche mutata cosi, non dà senso netto. A qualche modo può intendersi: essendoché il lume è quello che l’occhio dell'intelletto ha, cioè che la verità conoscibile è per esso, ed esso ò creato per la verità; deve l’uomo aprire quest’occhio con la fede, sì per ricevere il lume più pieno, si per meglio disporre sé stesso a conoscere.
  4. Non chiaro. Pare intenda che a Dio così piace, che Dio si compiace nella libertà della creatura fatta a imagine sua.