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190 LETTERE DI «ANTA CATERINA
mo gentile e piacevole a Dio. E questa è quella dolce fadiga, Padre, che io vi prego e pregai che voi pigliate. E pouiaraochè l’altre fadighe siano buone; questa è quella fadiga che è ottima.
Altro per ora non dico. Perdonate alla mia presunzione. Raccomandomivi cento migliaia di volte in Cristo Gesù. Stianvi a mente li fatti di messer Antonio. E se vedete costà l’Arcivescovo,1 sì me gli raccomandate quanto più potete. Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Gesù dolce. Gesù amore.
CX. — A Monna Stricca, Donna che fu di Cione di Sandro de’ Salimheni. 2
Dalla fede la pazienzia. La fede insieme con la ragione e’ insegna che il breve patire può, se vogliamo, essere dono d’amore infinito.
Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce. Carissima figliuola in Cristo dolce Gesù. Io Catarina, serva e schiava de’ servi di Gesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo; con desiderio
- ↑ Se l'abate era in Toscana, intendasi l’arcivescovo di Pisa; se in Avignone, quel d’Otranto, benevolo a Caterina.
- ↑ Questo con altri titoli delle lettore, fu dai copisti variato; dacché al tempo che Caterina dettò, viveva Cione marito di Stricca. Nome accorciato da Baldistricca, comune ai Salimbeni e ad altri Senesi: forse corrotto di Baldassarre, con una forma diminutiva, sul faro di Bandeca per Benedetta; e di Cocco per Nicolò. Così intenterebbesi come fosso anche nome maschile: ed era senese lo Stricca rammentato da Dante, di quella brigata godereccia, dove un Salimbeni e un Maconi, con altri giovani, in diciotto mesi sprecarono dugentomila fiorini d’oro. Cione, potente irrequieto, per vendicare la morte d’uno de’ suoi, s’armò contro la patria; e ne ruppe le squadre; istigato anco dall’abate vicario papale in Perugia; ma poi, mediatrice Firenze, quotò. Guerreggiò poi con Agnolino Salimbeni, capo della famiglia, il quale allora faceva per la repubblica, lì figliuolo di Cione, Nicolò o Cocco nel 1404 signoreggiava in Chiusi e in altri luoghi. Antonia figliuola di Cocco fu moglie a Franceso Casale signor di Cortona, e poi a Sforza Attendolo, madre a Buoso Sforza conte di Santa Fiora.