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LETTERE DI SANTA CATERINA 179

nella divina Carità: sempre guadagna, e mai non sta oziosa. Egli1 dorme; e la Carità lavora, mangiando, dormendo, e vegliando. Ciò che fa, d’ogni cosa trae il frutto.2 Carità piena di letizia, tu se’ quella madre che nutrichi i figlioli delle virtù al petto tuo. Tu se’ ricca sopra ogni ricchezza, in tanto che l’anima, che si veste di te, non può essere povera. Tu gli doni la bellezza tua, perocché la fai una cosa con teco; perché, come dice Santo Giovanni, Dio è carità; e chi sta in carità, sta in Dio, e Dio in lui. figliuole carissime, gaudio e letizia dell’anima mia, ragguardate l’eccellenzia e la dignità vostra, la quale riceveste da Dio per mezzo di questa madre della Carità. Che sì forte fu l'amore che Dio ebbe alla creatura, che ’l mosse a trarre noi di sé, e donarci a noi medesimi la immagine e similitudine sua, solo perché noi godessimo e gustassimo3 lui, e partecipassimo l’eterna sua bellezza. Non ci fece animali senza intelletto e memoria; ma egli ci die la memoria a ricevere 4 i benefizii suoi, e lo intendimento ad intendere la somma sua eterna volontà, la quale non cerca ne vuole altro che la nostra santificazione e la volontà ad amarla. Subitochè l’occhio del cognoscimento intende la volontà del Verbo, che vuole che ’l seguitiamo per la via della santissima croce, portando ogni pena, strazii, scherni, e rimproverii per Cristo

  1. L’usuraio.
  2. Coll'intenzione nobilita le opere minori e le necessità corporali i riposi.
  3. Nel gustare è un assaporare più a beli’ agio e quasi con più riflessione il godimento. Anco le bestie e gli uomini bestiali godono a qualche modo del bollo: pochi lo gustano.
  4. Nella memoria è esercizio d’intelligenza. Quindi il senso traslato di capacità. Dante: «Se le parole mie..... La mente tua guarda e riceve».