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LETTERE DI SANTA CATERINA 171

che è di uecesità per salute dell’anime, per traile dalle mani delle dinionia con la santa confessione. Dilettatevi per questo co’ publicaui e co’ peccatori: ma degli altri amatene assai, e conversatene * pochi. Non dimenticate all’ora e a tempo ^ suo l’officio divino: né siate lento ne negligente quando avete a fare i fatti per Dio e in servizio del prossimo. Ma data che voi avete la fadiga, e voi fuggite in cella; e non vi andate dilagando nelle conversazione sotto colore di virtù. Son certa, se averete perfetta sollecitudine e fame delle virtù, che voi il farete; e non starete senza memoria di non tenere a mente quello che v’è stato detto. Altrimenti, non fareste ^ mai, né conservereste quello che avete, se sollicitudine non ci fusse. E però vi dissi ch’io desideravo di vedervi con vera e perfetta sollicitudine. Ho speranza in quella dolce madre Maria, che adempirà il desiderio mio. Perdete voi medesimo, e cercate solo Cristo crocifisso, e non veruna altra creatura.

Pregate quelli gloriosi Pietro e Paolo, * che mi dieno grazia, a me e agli poverelli figliuoli, che ci anneghiamo nel sangue di Cristo crocifisso, e vestiamci della dolce verità. E me, s’egli è la volontà sua, tragga di questa tenebrosa vita: perocché la

1 Così frequentare una casa, e, in una casa; bazzicare un luogo, e, in un luogo, e con tali e tali persone.

2 Non sempre devesi o conviene lare gli usati esercizi a una c-ert’ora, quand’altro dovere altrove ci chiama: raa bisogna ragionevolmente saper cogliere a ciascuna cosa il suo tempo; e questo è dovere imprescrittibile in ogni faccenda.

2 Non fareste mai il bene davvero.

  • Di qui potrebbe arguirsi che Raimondo da Capua fosse a Roma: ma

poteva pregare Pietro e Paolo anco altrove; ohe a ogni modo, non crederei questa lettera degli ultimi anni di Caterina, ancorché ci si parli del suo desiderare la morte.