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168 | lettere di santa caterina |
duta dall’ira. O pazienzia, tu fai giustizia della propria sensualità, quando volesse mettere il capo, fuore, dell’ira. Tu porti teco un coltello di due tagli per tagliare e dibarbicare l’ira e la superbia, e il mirollo della superbia e impazienzia; cioè, dico due tagli, odio e amore. E il vestimento tuo è vestimento di sole, col lume del vero cognoscimento di Dio, e col caldo della divina carità, che gitta raggi co’ quali percuoti coloro che ti fanno ingiuria, gittando loro carboni di fuoco, accesi di carità, sopra il capo loro, il quale arde e consuma l’odio del loro cuore. Sicché dunque, pazienzia dolce fondata in carità, tu sei quella che fai frutto nel prossimo, e rendi onore a Dio. Egli è ricoperto questo tuo vestimento di stelle1 di varie e diverse virtù: perocché pazienzia non può essere nell’anima senza le stelle di tutte le virtù, con la notte del cognoscimento di sé, che quasi pare uno lume di luna. E dopo il cognoscimento di sé medesimo viene il dì, col lume e caldo del sole. Il quale2 è il vestimento della pazienzia, come detto è. Chi dunque non s'innamorerebbe di così dolce cosa, quanto è la pazienzia, cioè, a sostenere per Cristo crocifisso?
Portiamo dunque, carissimo e dolcissimo padre. E non perdete il tempo, e studiatevi a cognoscere voi, acciocché questa reina abiti nell’anima vostra: perocché ella ci è di grande necessità. E così vi troverete in croce con Cristo crocifisso, e notricheretevi del cibo suo, al quale Dio v’ha chiamato ed
- ↑ Le virtù nelle stelle figura anche Dante. Bello, che l’umile conoscimento de’ propri difetti sia notte, ma pura e consolata dalla placida luce della misericordia di Dio; alla qual notte segue poi il lume pieno.
- ↑ Le altre virtù sono come stelle al sole di quella pazienza che soffre deliberatamente, affettuosamente, per un alto intento d’amore: pazienza redentrice.