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lettere di santa caterina 157

rocche nel sangue perde la nuvola dell’amore proprio sensitivo, e il timore servile che dà pena: e riceve timore santo e sicurtà del divino amore, il quale ha trovato nel sangue. Ma chi non sarà trovato amatore della Verità, non la cognoscerà nel cognoscimento di sé e del sangue. 1 Che2 egli vada schiettamente e senza frasche o novelle o timore servile; e senta il lume della fede viva, non solamente in parole, ma che basti d’ogni tempo, cioè nell’avversità come nella prosperità, e nel tempo della persecuzione come nel tempo della consolazione; e per neuna cosa diminuisca la fede, e il lume suo. Perocché la Verità ha fatto cognoscere nella Verità, e non tanto per gusto, ma per prova.3 Dico, che se questo lume e questa Verità non sarà trovata nell’anima, non sarà però, che non sia vasello che abbia ricevuto il sangue; ma per suo giudicio e sua confusione,4 in tenebre e dinudato del vestimento della Grazia, riceverà giustizia, non per difetto del sangue, ma perché esso spregiò il sangue, e, come accecato del proprio amore, non vide né cognobbe la Verità nel sangue: onde egli l’ha ricevuto in

  1. Per conoscere il vero in sé e in Dio, bisogna prendere principio dall’amarlo.
  2. O sbagliato, o manca. La stampa poi dice senza. Io pongo senta per dare un qualche senso; ma non credo d’avere sanato ogni piaga. Frasche, dice la vanità de’ ragionamenti umani, novelle, secondo l’uso antico, i falsi artifizi nel dire e nell’operare.
  3. L’una verità è conosciuta per l’altra e nell’altra; e non tanto la maggiore per mezzo della minore, quanto questa entro in quella. Parla di verità pratiche; e dice che non tanto la consolazione, quanto l’esperienza del bene, ancorché faticosa, anzi perché faticosa, acuisce e amplia il conoscimento.
  4. Gli effetti della creazione e della redenzione sono comunicati a tutte le anime, quanto basta a conoscere le verità necessarie: ma bisogna usare le forze dell’intelligenza e dell’affetto, acciocché la verità, disconosciuta e abusata, non ci torni in condanna.