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156 | lettere di santa caterina |
a Grazia nel sangue dell’unigenito suo Figliuolo; il quale sangue ci manifesta la verità di Dio Padre. La verità sua fu questa; che egli ci creò per gloria e loda del nome suo, e perchè noi participiamo l'eterna bellezza sua, perchè fussimo santificati in lui. Chi cel dimostra, che questo sia la verità? il sangue dello immacolato Agnello.
Dove troviamo questo sangue? nel cognoscimeuto di noi. Noi fummo quella terra dove fu fatto il gonfalone della croce: noi stemmo come vasello 1 a ricevere il sangue dell’Agnello, che correva giù per la croce. Perché fummo noi quella terra? perché la terra non era sufficiente a tenere ritta la croce; anco, averebbe rifiutata tanta ingiustizia; né chiovo era sufficiente a tenerlo confitto e chiavellato, se l'amore ineffabile che Egli aveva alla salute nostra non l’avesse tenuto. Sicché dunque l’affocata carità verso l’onore del Padre e la salute nostra, il tenne. Adunque fummo noi quella terra che tènnemo ritta la croce, e siamo il vaso che ricevemmo il sangue. Chi cognoscerà e sarà sposo di questa Verità, troverà nel sangue la Grazia, la ricchezza e la vita della grazia: e troverà ricoperta la nudità sua, e vestito2 del vestimento nuziale del fuoco della carità, intriso e impastato sangue e fuoco, il quale per amore fu sparto e unito con la Deità, Nel sangue si pascerà e notricherà di misericordia; nel sangue dissolve la tenebra e gustala luce; pe-
- ↑ Fin nelle ripetizioni delle cose più note, l’ingegno gentile ingentilito dall’affetto ritrova varietà e novità. Questo dicasi e del vasello, e della terra che non avrebbe sostenuta l’ingiustizia della croce se non ce l’obbligava l'onnipotenza dell’amore intenso a una nuova creazione del mondo spirituale.
- ↑ Troverà se vestito.