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154 lettere di santa caterina

cosa ha da Dio. E quando ha cognosciuto sé, e egli cognosce la bontà di Dio in sé; e cognoscendo, lui ama, e sé odia, non sé in quanto creatura, ma in quanto si vede ribello al suo Creatore.1 Andando dunque con questo santo e vero cognoscimento, non erra la via, ma va virilmente; perocch’egli unito2 e trasformato in colui che è Via, Verità, e Vita; e hàlo sì fortificato, che né dimonio né creatura gli può tollere la sua fortezza; sì ei s’è fatto una cosa con lui. Or questo è il mio desiderio, cioè di vedervi legato in questo dolce e forte legame: e a questo me n’avvedrò. E uno de’ principali segni che noi abbiamo, che ci manifesti d’esser legati e discepoli di Cristo, cioè se noi rendiamo bene per male: altrimenti saremo in stato di dannazione. Molto è questo spiacevole a Dio in ogni creatura, ma specialmente nelli vostri pari, che sete posti per specchio nella santa Chiesa, dove li secolari si specchiano. E bene dovremmo ragguardare, che egli e maggiore la ingiuria che noi facciamo a Dio, ch’è infinito, che la ingiuria ch’è fatta per la creatura, che è finita; e nondimeno vogliamo che ci perdoni e faccia pace con noi, e vorremmo che facesse vista di non vedere l’offese nostre. Così dunque debbiamo fare noi verso i nemici nostri; e così vi prego e costringo da parte di Cristo crocifisso, che facciate per onore di Dio e salute vostra. Non dico più. Perdonate alla mia ignoranzia, perché per l’abbondanzia del cuore la lingua favella troppo. Pre-

  1. Dante: «Ma perchè mai non può dalla salute Amor, del proprio obietto volger viso, Dall’odio proprio son le cose tute». In Caterina la dottrina dell’amore di sé è esposta in modo più filosofico insieme e più popolare.
  2. Manca l’è.