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140 | lettere di santa caterina |
medesima fonte vede procedere l'una e l'altra, e per uno medesimo fine. Oh quanto virilmente naviga questa anima, che sì bene si spogliò; onde fu rivestita! Ella non può volere né desiderare se non la gloria e loda del nome di Dio, la quale cerca nella salute dell'anime. Di queste si fa uno suo cibo: e none 'l vuole mangiare altrove, che in su la mensa della croce, cioè con pena, scherni e rimproverio, quanto a Dio piace di concedergli. Tanto gode quanto si vede portare senza colpa. A questo alto stato non si può venire col peso del vestimento nostro. E però vi dissi ch'io desideravo di vedervi spogliato di voi pienamente e così vi prego che v'ingegniate di fare per l'amore di Cristo crocifisso. Non dico più. Avemmo addì XIII di giugno la vostra...1 Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Gesù dolce, Gesù amore.
XCIX.- A Neri di Landoccio de' Pagliaresi.2
Il cuore de' mondani è angusto all'amore; la mente, cercando il bene falso, trova il contrario. Il giusto non temendo le apparenze del dolore, rinviene consolazioni. Ella accetta Neri in figliuolo. Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.
A voi, dilettissimo e carissimo fratello e figliuolo mio in Cristo Gesù, io Catarina, serva e schiava de'
- ↑ Manca.
- ↑ Rinieri, di famiglia de' Grandi di Siena; segretario a Caterina innanzi il Pianigiani e il Maconi, e messo di lei a Gregorio e a Urbano e a Giovanna. Lei morta, Neri si fece romito; e romito morì. Così la povera figliuola del tintore aveva discepoli e scrivani i primi tra' gentiluomini della repubblica; onore reso alla virtù, ma anche all'ingegno. In questa lettera a Neri, gli è dato del voi; poi del tu come già adottato in figliuolo.