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8 | lettere di santa caterina |
vederti che tu non volla il capo addietro a mirare l’aratro, ma perseverante nella virtù; perocché tu sai che sola la perseveranzia è quella cosa che è coronata. Tu se’ chiamato e invitato1 da Cristo alle nozze di vita eterna: ma non vi dee andare chi non è vestito. Vuolsi adunque esser vestito del vestimento nuziale, acciò che non sia cacciato dalle nozze, come servo iniquo. Farmi che la prima dolce Verità t’abbia mandati i messi ad annunziare le nozze, e a recarti il vestimento: e questi messi sono le sante e buone spirazioni2 e dolci desiderii che ti sono dati dalla clemenzia dello Spirito Santo. Queste sono quelle sante cogitazioni che ti fanno fuggire il vizio e spregiare il mondo con tutte le delizie sue, e fannoti giungere alle nozze delle vere e reali3 virtù. Vestesi l’anima d’amore, col quale amore entra alla vita durabile. Sicché vedi che le spirazioni sante di Dio ti recano il vestimento della virtù, fannotelo amare (e però ti vesti);4 ed invitati alle nozze di vita eterna. Perocché dopo il vestimento della virtù e della ardentissima carità séguita la Grazia, e dopo la Grazia la visione di Dio, dove sta la nostra beatitudine.
E però io ti prego per l’amore di Cristo crocifisso che tu risponda virilmente senza negligenzia. Pensa che non è niente il cominciare e il metter
- ↑ Invito è più amorevole e onorevole di chiamata.
- ↑ Dante:
«Ne l’impetrare spiraxion mi valse, Con le quali e in sogno ed altrimenti Lo rivocai».
- ↑ Realtà è la verità ideale in atto. Ma nell’uso antico e nel popolare, reale ha senso più ampio.
- ↑ Consiglio di virtù non secondato da amore è quasi vestimento prezioso che uno abbia dinanzi a sé, e non se ne vesta.