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lettere di santa caterina | 127 |
io possa dire con santo Pavolo, quando disse a’ discepoli suoi, che eglino erano il suo D:audio, la sua letizia e la sua corona. Onde io vi prego che adopriate sì, che io il possa dire. Altro non vi dico. Bagnatevi nel sangue di Cristo crocifisso, e legatevi insieme col legame dell’amore. Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Gesù dolce, Gesù amore.
XCVI. — A Pietro Canigiani in Firenze.1
Carità, vestimento nuziale. Che la vita dell’umanità, dal principio alla fine do' secoli, è invito a nozze d'amore. Nell’amor proprio, l’uomo, cercando il suo diletto, ha pena de beni che non ha, e che perde. Il buono è signore; il cattivo e schiavo, porta la croce del diavolo. Amarezza fortificata, dimore è bisogno: chi disama il meno, ascende ad amare il più. Lettera abbondante d’affetto.
Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.
Carissimo padre e figliuolo2 in Cristo dolce Gesù. Io Catarina, serva e schiava de’ servi di Gesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo; con desiderio di vedervi fondato in vero e perfettissimo amore, acciò che siate vestito del vestimento nuziale della perfetta carità. Senza il quale vestimento non possiamo entrare a nozze della vita durabile, alle quali siamo invitati; ma saremo scacciati, e sbanditi di vita eterna con grandissima vergogna. Oh quanta confusione sarà a quell’anima, che nell' ultima estremità della morte, quand’ella è per
entrare alle nozze della patria sua, ella per sua colpa