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126 lettere di santa caterina

meno, e per poco amore v’ha di molti traversi;1 io rispondo a questo pensiero, che molti monasteri ci ha, che al tutto ogni cattiva barba n'è uscita fuori; che, avendo voi volontà della religione, sarebbe molto bene e onore di Dio che voi n’andassi, essendovi un buono capo. E fra gli altri monasteri, vi so dire di Santo Antimo,2 il quale; come don Giovanni vi dirà, ha uno abbate, che è specchio d’umiltà e di povertà e d’umiltà: 3 che egli non vuole essere il maggiore, ma il più minimo. Dio per la sua infinita bontà ne dispensi quello che debba essere più suo onore, e il meglio per voi.

Legatevi, legatevi insieme, figliuoli miei, caritativamente; l’uno sopporti e comporti 4 e’ difetti dell’altro; acciò che siate legati, e non sciolti,5 in Cristo dolce Gesù. Amatevi, amatevi insieme: che voi sapete che questo è il segno che Cristo lassò a’ discepoli suoi, dicendo che ad altro non sono cognosciuti e’ figliuoli di Dio, se non all’unità dell'amore che l’uomo ha col prossimo suo in perfettissima carità.

Ho avuta grandissima consolazione delle buone novelle dell’unità ch’io ho udita che avete insieme. Crescete. E non vollete il capo addietro; sì che

  1. Fors’è da leggere: va dimolti; col solito accoppiamento del plurale col singolare. Ma credo ch’eli’ abbia dettato che per poco amore.
  2. De’ Guglielmiti.
  3. Se non è sbaglio, che non credo, intende unità di cuore, che viene dalla carità, e che si manifesta nella perfetta uguaglianza, come dichiarano le parole seguenti. Né senza uguaglianza è vera unità sociale; né senza uniformità di sentire è vera civile uguaglianza.
  4. Sopportare non basta; bisogna saper comportare, ch’è ancora più liberale del tollerare; e colla forma stessa della voce indica il reciproco convenirsi, e sorreggersi, anziché darsi addosso.
  5. Il solito insistere sull’idea che le preme. Dante, sì parco, in cosa meno importante e con meno efficacia: «E parve di costoro Quegli che vince, e non colui che perde».