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lettere di santa caterina |
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con l’amore abbraccia le virtù, cioè, servire il suo Signore, colui ch’egli ha offeso; e comincia a pigliare speranza nella sua benignità, considerando che egli non vuole la morte del peccatore, ma vuole che egli si converta e viva. Che se egli fusse pur nel timore, non sarebbe sufficente ad avere la vita, nè tornerebbe a perfetta grazia col Signor suo; ma sarebbe servo mercenario. Né anco debbo stare pur nell’amore del frutto, e della consolazione che ricevesse dal Signore suo, poiché è fatto amico; perchè questo, amore non sarebbe forte,1 ma verrebbe meno quando fusse ritratto dalla dolcezza o dalla consolazione e diletto di mente, o vero quando venisse alcuno vento contrario di persecuzione o tentazione dal dimonio; subito allora verrebbe meno nelle tentazioni del dimonio, e molestie della carne. Onde verrebbe a confusione per la privazione della consolazione mentale; e nella persecuzione e ingiurie che ci fanno le creature, verrebbe ad impazienzia. Sicché vedete, che questo amore non è forte: anzi fa, chi ama di questo amore, come Santo Pietro, il quale innanzi la Passione amava Cristo dolcemente, ma non era forte; e però venne meno al tempo della croce: ma poi si partì dall’amore della dolcezza, cioè, dopo l’avvenimento dello Spirito Santo, e perdette il timore, e venne ad amore forte e provato nel fuoco delle molte tribolazioni. Onde, venuto ad amore di figliuolo, tutte le portava con vera pazienzia; anzi correva con2 loro con grandissima allegrezza, come se fusse andato a nozze e
- ↑ L’amore tutto di speranza, è impaziente, cioè senza coraggio, perchè non ha radice nel cuore profondo.
- ↑ Non correggo a, perchè il con lo dipinge in compagnia delle tribolazioni, anzi fatto agile dal peso di quelle.