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lettere di santa caterina |
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d’ogni creatura; ma singolarmente di voi che sete padre di molte pecorelle. E però vi prego dolcissimamente che vi destiate, e leviate dal sonno della negligenzia, imparando dal dolce Maestro della carità, che ha posto la vita come pastore per le pecorelle, che volontariamente 1 udiranno la voce sua, cioè coloro che saranno osservatori de’ comandamenti suoi. E se ci 2 cadesse cogitazione nel cuore: «Io non posso seguitare questa perfezione, perocché mi sento debole e fragile ed imperfetto; 3 e per la illusione del dimonio, e per la fragilità della carne, e per le lusinghe e inganni del mondo sono indebolito;» e veramente, reverendo padre, è così, perocché colui che seguita questo, diventa debole, e sì pauroso e timoroso di timore servile, 4 che, come fanciullo, teme dell’ombra sua, e più l’ombra della creatura, che l’ombra sua: ed intanto abonda in lui questo timore, che non si cura, per non dispiacere alle creature, e per non perdere lo stato suo, che il suo Creatore sia offeso, e d’offenderlo. 5 Ma
- ↑ Non già ch’e’ non deva la sua cura eziandio alle pecorelle smarrite; e questo ella insegna sovente e con efficacia: ma tanto più reo il pastore, se delle docili non si cura.
- ↑ Non dice vi; e spesso appone a se gli altrui difetti, per attenuare il rimprovero; sebbene il Ricasoli sappia che Caterina non è vescovo. Il costrutto comincia da e se; ma poi rimane sospeso per la foga delle cose importanti da dir in risposta alla obiezione di Monsignore. Sottinteso un risponderei, e chiaro ogni cosa.
- ↑ Imperfetto aveva senso più grave che di semplice privazione della perfezione assoluta; e l’ha tuttavia, quando dicesi imperietto un monco e uno storpio. Onde qui può dirsi che sia più di fragile, come fragile più di debole. E forse imperfetto, nella mente di Caterina, corrisponde alle lusinghe del mondo; fragile alla fragilità della carne; debole alle illusioni del
demonio.
- ↑ Paura è più; ma aggiunto a timore il servile, la gradazione cresce.
- ↑ Non solamente soffre ch'altri l’offenda, ma l’offende egli stesso, a cui spetta offrire gli esempi del meglio.