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gnar il vero modo di scriverle, sappia quel tale, ch’io non hebbi mai così temerario pensiero, sapendo, ch’è solamente dato a gli huomini più intendenti l’havere, e ’l conseguir simil fine. Intention mia dunque fu di schermirmi quanto più i’ poteva dalla morte: ammaestrata così dalla Natura; per ciò non doverà parere strano ad alcuno s’io ho mandato, e se tuttavia mando nelle mani de gli huomini gli scritti miei, poiche ogn’uno desidera naturalmente d’haver in se stesso, e ne’ suoi parti, se non perpetua, almeno lunghissima vita: e per conseguirla più facilmente hò eletto di dedicar questa forse non ultima fatica à V. A. S. e benche à Principe tanto perfetto cosa men che perfetta donar non si dovesse, e benche i’ m’avvegga, che queste lettere mancano tanto di perfettione quant’ella n’abbonda, nondimeno hò voluto seguir il mio proponimento, assicurandomi, che non perderò tanto per gli infiniti mancamenti d’esse, quanto acquisterò per gli innumerabili meriti suoi. Sà V. A. S. che quelli, che dedicano le fatiche loro hanno tutti diverso fine; percioche altri conoscendo, ò stimando i lor componimenti di tanta perfettione, che ’l Tempo con le sue rapine, e con le sue violenze non possa punto lor nuocere si persuadono di raccomandar all’immortalità con le opere i nomi


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