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D’ISABELLA ANDREINI. 20

ch’essere, che per farla più maravigliosa, in lei sola unisse tutte queste gratie singolari; onde la vostra patria havesse molto più da pregiarsi di lei, che Lesbo della sua Saffo, Scithia della sua Tomiri, & Itaca della sua Penelope, consolatevi dunque, e fate grandissima festa del nascimento di questa vostra figlia, laquale spero, che debbia apportarvi infinito contento, e spero ancora, che mi ricorderete nel colmo de’ vostri piaceri per indovina. Vi bacio le mani, e prego Iddio, che per sua bontà ci dia lunga vita, accioche possiam godere delle molte, e maravigliose attioni di vostra figlia.


Preghiere Amorose.


V

OI dovete forse creder (Signor mio dolcissimo) che la vostra lettera hiersera mandatami di somma contentezza mi sia stata cagione. Sappiate, ch’ella m’apportò tanto dolore, che ’nvece d’entrar in questi occhi dolenti il sonno, v’entrò ’l pianto, per non uscirne finche la vostra benignità non mi consola. Voi dite in essa lettera d’amarmi tanto quant’io merito. Sò, che merito poco, e quando ancora molto i meritassi, rispetto a voi merito nulla, ilche havend’io considerato, e sapendo, che voi come prudente non dite mai cosa, che prima non habbiate molto ben essaminata, hò creduto, e credo, che questo vostro modo di scrivere sia stato un modo accorto di significarmi che non m’amate, e voglia amore,


che