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D’ISABELLA ANDREINI. 17

per esser pietosa? ò discortese, ò più d’ogn’altra ingrata, non vi bastavano tante ingiurie, che nella vostra fatte m’havete, se ancora non vi s’aggiungevano le minaccie? ma sappiate, che quando gli effetti succedessero, vedendovi sodisfatta, non mi sarebbon discari: hor vedete, s’io v’amo, hor vedete s’è possibile, ch’io mi rimanga di servirvi, dunque, se non è possibile, non vi paia strano, s’io non vi disamo. Voi mi chiamate nemico, se con voce di nemico chiamate chi v’adora, come chiamerete chi vorrà offendervi? l’amor mio non è dishonesto: ma honestisimo; e perciò non son tenuto ad essequire il vostro spietato comandamento d’amarvi poco, anzi debbo infinitamente amarvi, poiche ’l vitio dell’amor honesto è ’l poco amare; e se per amarvi v’offendo, siate contenta di perdonarmi, ch’io conosco di dover esser sempre sforzato ad offendervi, come sarò sempre sforzato ad amarvi.


Preghiere Amorose.


E

T è pur vero principio, mezo, e fine di tutti gli amorosi miei tormenti, che voi sola di fredda neve composta, superba ve n’andate innanzi al carro di fuoco, sopra cui guerreggiando Amore ignudo trionfa delle schiere armate senz’esser punto offesa dalle sue fiamme, e da’ suoi strali? Non sono (padrona mia) così amare l’acque del Fonte Esampio, come amare sono le lagrime, che per voi mi cadono continuamente da gli


E          occhi