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LETTERE |
i nomi di bella, di saggia, e di casta? chi non arde al lume de gli occhi vostri? chi non riman piagato dalle saette di quegli amorosi sguardi? chi non riman’annodato dall’oro di quelle treccie? e chi non riman preso dal suono di quelle parole? Voi senza guerra, e senza contrasto vincete i cuori. Così voglia il Cielo, che senza tirannide vi piaccia di governare tutto quel, che vincete. Vi mando questa lettera, accioche in essa vediate, e conosciate, che la mia servitù, non solo è necessaria, per debito del vostro merito: ma volontaria, per propria elettione, e fedele, per mia natura. Consideratela bene, e trovarete com’io, per voi mi viva, anzi dolcemente mi muoia, e morendo cara, e doppia vita m’acquisti: e si dice, che gli amanti sperando, e perseverando godono tutte le contentezze amorose, ond’io, che come amante, altro che goderle non bramo, andrò perseverando nell’amarvi, e sperando col tempo la ricompensa. Vi bacio, con affetto d’amore, e di riverenza quelle mani, che sole tengono le chiavi della mia vita.
Della costanza delle Donne.
E per amarmi sopportate tante passioni, quante nella vostra lettera v’ingegnate di farmi credere, io porto ferma opinione, che odiandomi, siate per ricever consolatione grandissima. Raffrenate il desiderio vostro, poco honesto amante, e non m’accusate tanto di crudeltà, che tal nome alla mia
pudicitia |