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D’ISABELLA ANDREINI. | 5 |
che scorrendo vanno fino à i liti d’Oriente per tornar carichi e d’ebano, e d’avorio, con viaggio più breve si condurrebbono à veder l’ebano delle vostre ciglia, e l’avorio delle vostre mani; e quelli Astrologi, che ’l corso della vita loro consumando, studiano continuamente al raggio Lunare, il corso delle stelle, quando conoscessero la virtù, e la forza di quelle; che nella fronte portate verrebbono à contemplar quelle sole, c’hanno maggior poter in noi, che non hanno per avventura quelle del Cielo: che più? se l’Api istesse prive di ragione potessero haver conoscenza di voi, non volerebbono à i fiori d’Ibla: ma à quelli delle vostre guancie. Dunque se conosco in voi tante rare qualità non è maraviglia s’io v’amo; maraviglia è bene, se voi riconoscendo voi stessa in me, non amate me per cagion vostra.
Segni di perfetto amore.
E per mezo de i travagli si conosce la perfettione dell’huomo non vi dee punto dispiacere d’esser come siete travagliato, perche la virtù cresce nelle avversità, e i travagli sono dottrina dell’huomo. Le persone giuditiose debbono nelle avversità valersi della prudenza, e non del pianto, e debbono haver per compagna la speranza, e non la disperatione, laquale suol dar inditio manifesto di viltà d’animo. Non allontanate da voi carissimo Amico mio sopra ’l tutto la Patienza, per-
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