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LETTERE

gata fai, che ’l servo possa giustamente chiamarsi Signore. Ogniuno vorrebbe arricchirsi in questa perdita, ogniuno vorrebbe esser soggetto à così care leggi; ma voi cuor mio non volete se non un solo, e quel solo per mia singolar ventura, e per vostra somma cortesia (ch’i’ doveva dir prima) son’io. Io solo ancora mi contenterò di ricever tutti gli strali degli occhi vostri. Io solo porterò nel mio petto (fortunato Vulcano) tutte quelle fiamme, che ’l vostro bellissimo volto spira. Io solo sosterrò i tormenti, che frà tutti gli amanti si potrebbon partire. Io solo sospirerò, e piangerò per tutti. Io solo sottentrerò alle fatiche in ricompensa di quella gratia, ch’à me solo vien conceduta. Amatemi dunque mio bene, poich’io non temo d’espor il petto, il cuore, la bocca, gli occhi, e finalmente la vita à gli strali, alle fiamme, à i tormenti, à i sospiri, alle lagrime, & alle fatiche per voi; nè fia mai, che per non languire, per così bella cagione io brami, com’altri suole di sommerger la mia pena nelle mie lagrime.


Del-