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LETTERE

noi, come suol intervenire à quell’arboscello, ch’è nato nel seno d’un freddo monte, che percossi i rami dal fulmine conserva le radici intatte. Così puoi conoscere, che se la Morte hà potuto dissolver il mortale, non hà per ciò havuta forza di dissolver l’amore; dunque caro compagno e di singolar affettione, e d’incredibili affanni non ci accusar più: ma noi poveri, & infelici accarezza, e serba per eterni testimoni della nostra egual perdita. Finite queste parole m’avidi, che la notte m’havea lasciato, e ch’era apparso il giorno; e perch’io sò, che sì come un peso è più leggiero à due, che non è ad un solo, così un’affanno, che un’amico travaglia, conferito con l’altro amico viene ad alleggierirsi, presi partito di scriver à V. S. e così le scrivo i miei notturni discorsi, e le impossibili risposte, credendo fermamente, che per la nostra amicitia vi contenterete di lasciar il mio Signor N. i diporti della Villa, per consolarmi: ilche impetrando (come spero) sò, che mi sarà di grandissimo contento nel male: perche è gran conforto ad un misero, non potendo terminar il suo pianto, trovar alcuno, che almeno ’l consoli nelle sue lagrime.


Del-