Pagina:Lettere (Andreini).djvu/293


LETTERE

vagheggiar voi, con lui sospiro, con lui piango, à lui porgo i miei prieghi, stimando porgerli à voi, & esser à voi presente; & ancora (perdonatemi, se tant’oltre i’ passo) credendo di baciar voi bacio soavemente lui; e se non m’è renduto il bacio, io non mi lagno sapendo, che voi non men fredda che cruda, altrotanto fareste: e s’io erro, almeno l’error mi piace, e mi diletta, anzi tanto vale il dolcissimo inganno del mio dolcissimo errore, ch’io alcuna volta veggo, o penso di vedere, che l’imagine amata fatta molle à miei prieghi pianga al mio pianto, gema à miei gemiti, e si dolga al mio duolo; e quando poi m’aveggo d’essermi veramente ingannato, per consolar me stesso mi fo à credere, che quello, che non ha fatto, e che non può far la figura dipinta, faccia ultimamente vinta da bella, e lodevol pietate la Donna vera, alla quale humilmente m’inchino.


De i pensieri i strani de gli amanti.


N

Ascondetevi pure à gli occhi miei (crudelissima donna) perch’io (lasso) non vegga quanto vorrei il vostro caro sembiante, che non sarà però, che tanta io non iscuopra della vostra bellezza, quanta basti à tormentare ogni mio spirito; e quand’anche vi celaste interamente à questi lumi, sappiate, che non potreste vietar alla mia mente, ch’ella à voglia sua non vi contemplasse, e contemplandovi non v’amasse. Ohime, che à non amar-


vi